48 ore a Copenaghen: dove dormire, cosa vedere e cosa mangiare

Di Diana Pettinato - Scritto il

 

Avete presente quando dite che sarebbe bello partire di più, prenotare i biglietti aerei (anche a caso) e progettare delle piccole fughe lontano dalla quotidianità?

E avete presente quando poi non lo fate mai perché non avete tempo?

Bene, sappiate che questa è una bugia, una scusa bella e buona, perché quello che solitamente manca è la voglia. E un po’ di coraggio.

Quello che io, Carla e Alice, una mattina qualsiasi, abbiamo deciso di sfoderare prenotando i biglietti per Copenaghen, pur con la consapevolezza che saremmo rimaste lì solo 48 ore e che per due mattine la nostra sveglia avrebbe suonato alle 4. Ma cercando i voli con partenza ad orari perfetti e un periodo con un numero ottimale di giorni per visitare una città il risultato è uno solo: alla fine non si parte.

Quindi meglio poco tempo che niente, soprattutto se c’è qualcuno che vi consiglia come spendere al meglio il poco tempo che avete.

 

Dove dormire

 

Solo due parole: Urban House.

L’ostello più figo che io abbia mai visto.

Innanzitutto per la posizione: di fronte alla stazione centrale, quindi comodissimo per gli spostamenti legati all’aeroporto, immerso nel super hipster quartiere di Vesterbro, di cui rispecchia tutto lo spirito. Essendo un vero e proprio ostello, è pieno di giovani provenienti da tutto il mondo e non si limita ad offrire semplicemente un posto in cui dormire e fare colazione: sono infatti disponibili stanze comuni con lavatrici, cucine e tavoli in cui mangiare (all’interno o in un giardino all’esterno), una sala relax (anzi più precisamente una sala hangover), una sala divertimento con un biliardo, libri e giochi da tavolo e, infine, un enorme pub in cui cenare, bere e soprattutto partecipare alle feste che organizzano quasi ogni sera.

 

Per due notti abbiamo pagato 84 € a testa per una stanza tripla (anzi quadrupla) con un bagno in camera. Sicuramente ci sono prezzi più competitivi al mondo (non sono sicura che ci siano anche a Copenaghen, dato che costa tutto una follia), ma per il tipo di sistemazione e per la posizione trovo che sia comunque un prezzo molto onesto.

 

Cosa vedere

 

Due giorni sono sufficienti per farsi un’idea di come sia fatta Copenaghen, anche volendo viverla senza fretta, passeggiando e perdendosi tra i colori delle casette e il rumore dell’acqua che scroscia nei canali. Ecco però le quattro cose che, secondo me, non potete assolutamente perdervi.

 

1. Strøget

Non è necessario cercare di individuare Strøget, isola pedonale situata nel centro storico di Copenaghen, sulle piantine della città: è sufficiente farsi trascinare dalla fiumana di gente che è diretta lì per arrivare nella principale via dello shopping che si snoda per oltre 2 Km, da Rådhuspladsen a Kongens Nytorv. La prima è la piazza del Municipio, simbolo della nuova democratica capitale e punto nevralgico del traffico cittadino, mentre la seconda rappresenta invece l’antica regia Copenaghen.

L’aspetto di questa lunga via cambia, infatti, durante il suo percorso, riconducendoci in un viaggio lungo la storia della città: nei rumorosi dintorni del municipio si susseguono le catene di fast food, le gelaterie, i negozi di souvenir e le agenzie di cambio; man mano che ci si avvicina a Kongens Nytorv, invece, aumenta l’eleganza, crescono i prezzi e gli articoli in vetrina sono più esclusivi e l’ultimo tratto, Østergade, è indubbiamente la zona più chic di Copenaghen.

Da qui siete vicini anche alle principali attrazioni turistiche, come il Dansk Design Center, il Den Sorte Diamant (Diamante Nero), il Nationalmuseet e soprattutto Tivoli, il famosissimo parco divertimenti.

N.B. Se volete andare a Tivoli, però, state attenti alla data di apertura e non fate come noi, che siamo rimaste deluse davanti ai cancelli con la data di apertura (successiva di soli tre giorni rispetto alla nostra partenza) che ci derideva dal cartellone.

 

2. Nyhavn

Il canale forse più suggestivo dell’intera città, che collega il porto con il centro e offre scorci con casette colorate perfette per i vostri scatti Instagram del cuore. Mente lo percorrete notate il contrasto tra le due sponde, quella più movimentata esposta al sole e quella più tranquilla e perbene, che rimane sempre un po’ in ombra, e approfittatene per prenotare un giro in battello, il “Canal Tour”. Potreste pensare che è un’attività da anziani, e in effetti un po’ lo è, ma non sottovalutatela: vi permetterà, infatti, di avere una diversa prospettiva della città e, soprattutto, di avere un’idea di insieme. Si passa anche davanti alla famosa Sirenetta e vederla così, ad essere sincera, è più che sufficiente.

3. Papirøen

Letteralmente “l’isola di carta”, situata sul porto di Copenaghen e probabilmente mio posto preferito in assoluto. Si tratta di un grande container di metallo all’interno del quale si susseguono camionette e banchetti di street food provenienti da tutto il mondo, alternati a bancarelle in cui vengono venduti oggetti vintage. L’atmosfera e frenetica e rilassata al tempo stesso, quando entri vieni pervaso da una sensazione di calore e benessere e l’apice della gioia lo raggiungi quando vai a consumare il tuo pasto proveniente da una zona X del mondo in uno dei tavoli all’esterno, a ridosso dei canali, col sole (non caldissimo, ma c’è il sole persino a Copenaghen) che ti acceca. Sabato e domenica si fa quasi fatica a sedersi, ma è bello essere immersi in una confusione pulsante e viva. E se proprio non riuscite a trovare un posto, fate un giro al Copenhagen Contemporary, in cui per tutto il 2017 troverete la stupenda installazione di Yoko Ono, il Wish Tree Garden.

 

4. Christiania

La famosa Fristaden Christiania (Città Libera di Christiania), il quartiere parzialmente autogovernato che ha conseguito uno status semi-legale come comunità indipendente. Si trova nel distretto di Christianshavn, a due passi dal porto di Copenaghen, ma nonostante la breve distanza vi sembrerà di essere entrati in un’altra dimensione. Si tratta a tutti gli effetti di una comunità hippy degli anni ’70: muri interamente ricoperti da murales colorati, pub dove è possibile bere ottima birra danese o infusi di strani fiori e, ovviamente, banchetti in cui hashish e marijuana vengono venduti come patate e pomodori al mercato.

Un quartiere suggestivo come pochi, in cui riposarsi, rinfrancarsi e farsi contagiare dal buon umore.

 

Cosa mangiare

 

Smørrebrød, smørrebrød come se non ci fosse un domani, ossia pane nero abbondantemente farcito.

Famosi quelli di Ida Davidsen, a Kongens Nytorv: sulle pareti sono ancora appesi i lunghi menu del passato, con 170 tipi di smørrebrød, e anche se oggi la scelta dei piatti è più ristretta, l’offerta del menu è comunque talmente ampia da confondere, tanto che la cuoca è disponibile per venirvi in aiuto.

 

Un altro consiglio che posso darvi riguarda i viaggi in generale: ho capito che sono l’unico regalo che valga la pena fare e ricevere, anche se non è qualcosa di materiale, ma è qualcosa che vi rimane per sempre dentro. Pura retorica, direte voi, ma gli oggetti finisci puoi dimenticarli anche quando puoi tenerli in mano, un viaggio è difficile rimuoverlo dalla memoria, magari non tanto per i luoghi che hai visto, quanto le emozioni che hai provato.

E se non siete sicuri di poter regalare un viaggio ad un vostro amico o voi stessi non siete sicuri di quando sarete in grado di partire, per le vostre occasioni speciali (compleanno, laurea, matrimonio) optate per una lista regalo online, a cui chiunque potrà partecipare comodamente da pc, smartphone o tablet versando la quota desiderata tramite carta di credito, carta prepagata o bonifico bancario. L’ammontare della colletta potrà poi essere spostato su un conto bancario quando si riterrà più opportuno e, vi auguro, potrà essere speso per un viaggio.

 

Diana Pettinato
#Bio

Catanese di nascita e di spirito, abita attualmente a Milano. Medico per vocazione, nel tempo libero si diverte a preparare dolci e a scattare foto, pubblicandole dopo su Instagram. Ha un'insana passione per le torte di mele, i cappelli, le tazze, il Natale e i viaggi. Ama leggere, andare alle mostre e guardare i film (anche se alla fine guarda sempre gli stessi). Punti fermi: la sua famiglia, i suoi amici e la voglia di sorridere sempre. Sogni nel cassetto: studiare a Parigi e aver un cane di nome Paul Anka.